Presso la sala arancio dell’IIS Giovanni Falcone di Palazzolo, venerdì 10 maggio 2024 alla presenza degli studenti del Serale degli indirizzi Socio sanitario e Servizi commerciali, si è tenuto l’incontro dal tema: “50 anni dalla strage, le premesse e i processi”, evento organizzato con il patrocinio della Casa della Memoria, dell’Associazione famigliari e caduti strage di Piazza Loggia, del Comune di Brescia e della Provincia, inserito nel calendario ufficiale di commemorazione del cinquantesimo dell’attentato neofascista, che ha avuto il suo culmine con la visita del Presidente Mattarella a Brescia il 28 maggio. Tra i relatori c’erano l’avvocato Andrea Ricci – non solo testimone oculare dell’attentato, ma dal 1974 difensore della parte civile Manlio Milani, ferito dallo scoppio della bomba e marito di una delle vittime decedute – e la professoressa e avvocata Federica Paletti, ricercatrice in “Storia del diritto medievale e moderno”
presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Brescia. Presenti in sala anche il sindaco di Palazzolo Gianmarco Cossandi, che – unitamente all’assessore al bilancio in rappresentanza dell’amministrazione comunale – hanno manifestato la propria sensibilità per una ricorrenza così importante: “E’ fondamentale ricordare un evento così vicino a noi che ha segnato la nostra storia – ha detto il sindaco Cossandi – ed è giusto essere qui in una scuola a pararne, perché è così che si fa educazione alla civiltà e alla cittadinanza”.
La professoressa Paletti ha illustrato magistralmente le premesse storico-sociali in cui è avvenuto l’attentato del 28 maggio 1974 durante una manifestazione antifascista. “Tutti erano in piazza quel giorno: sindacati, lavoratori, famiglie, studenti, insegnanti e dunque colpire quella piazza voleva dire colpire un’intera società”. Ed ancora traendo spunto dalla sentenza della Corte di Assise e di Appello di Milano, che ha decretato l’ergastolo nel 2015 per gli imputati Tramonte e Zorzi, la Paletti ha illustrato il contesto storico e sociale in cui è maturata la strage, che – proprio con quella sentenza – è stata collegata ai numerosi altri attentati accaduti dall’inizio del 1974 nel Bresciano prodromici al 28 maggio. L’avvocato Andrea Ricci ha invece raccontato la storia di cinquant’anni di processi tra assoluzioni e
depistaggi dei servizi segreti partendo da una semplice domanda: “Ma che senso ha oggi dopo 50 anni celebrare ancora processi per la strage?” hanno chiesto gli studenti riferendosi ai due procedimenti uno davanti al Tribunale per i minorenni e l’altro avanti la Corte di Assise del Tribunale di Brescia, che prenderanno il via dal prossimo mese. Dopo il percorso giudiziario narrato con dovizia di particolari, la risposta al quesito si è svelata da sola: “Sì, ha senso perché la verità giudiziaria potrà contribuire a estirpare la parte deviata dello Stato che, negli anni, ha inquinato i processi e le indagini coprendo i veri responsabili della morte e del clima di terrore cretosi allora”. E ha poi concluso: “Celebrare un processo adesso vuol dire combattere il marcio che c’è ancora oggi, una forma di lotta per la democrazia e per la libertà. Ecco perché è importante”.

https://www.bresciatoday.it/politica/strage-neofascista-piazza-loggia.html: 50 anni dalla strage, le premesse e i processi